Linfedema

Linfedema

Il linfedema è una patologia cronica che sta assumendo sempre più rilevanza in ambito scientifico per l’applicazione di trattamenti sempre più efficaci. Si sta infatti rivelando essere non più una patologia senza una risposta, bensì un campo aperto sia a diverse possibilità di trattamento sia a grandi sviluppi futuri.

Il linfedema è un edema, ovvero un accumulo di liquido, ad elevata concentrazione proteica interstiziale. È dovuto ad una ridotta capacità di trasporto da parte del circolo linfatico.

L’aumento della concentrazione proteica lo differenzia da tutti gli altri edemi ed è responsabile di sintomi e segni che permettono la classificazione del linfedema in primario e secondario.

Per linfedema primario si intende un linfedema evidente già nei primi mesi di vita, in età infantile o in età giovanile. Compare normalmente in seguito ad alterazioni strutturali del sistema linfatico già presenti alla nascita.

Per linfedema secondario si intende un linfedema che si manifesta in seguito a eventi come l’asportazione delle stazioni linfonodali a seguito di chirurgia oncologica, la degenerazione delle stazioni linfonodali a seguito di radioterapia, la presenza di eventi traumatici e le parassitosi (tra cui la filariasi).

La diagnosi

La diagnosi del linfedema è una procedura indispensabile per definire le terapie più corrette da attuare.

Il linfedema si diagnostica con modalità prevalentemente clinica, cioè con losservazione medica diretta dellarto coinvolto, anche se può essere supportata da esami strumentali che possono confermare il sospetto diagnostico.

Il vantaggio principale della diagnosi di questa patologia è che è caratterizzata dall’interessamento di un solo arto. Questo permette di riconoscerla più facilmente e distinguerla da altre condizioni patologiche.

La diagnosi differenziale, cioè quella che cerca di escludere tra varie manifestazioni simili quelle che non comprendono l’insieme di sintomi riscontrati durante gli esami, deve essere eseguita in presenza di edema dipendente da insufficienza cardiaca congestizia, insufficienza renale e insufficienza epatica. Queste tre patologie infatti presentano spesso edemi tra i loro sintomi.

L’edema

Genericamente l’edema è definito come un accumulo di liquidi che avviene nello spazio interstiziale dellorganismo.

Esistono tantissime tipologie di edemi. Da quelli definiti “fisiologici” a quelli “patologici”, tipici di una disfunzione spesso causata da patologie d’organo.

Gli edemi fisiologici, come l’edema idrostatico, quello premestruale e quello gravidico, sono caratterizzati da una disfunzione transitoria spesso da sovraccarico.

Nel caso degli edemi patologici, invece, si riconosce spesso una patologia d’organo. Di questi fanno parte l’edema renale, l’edema cardiaco, l’edema epatico. In altri casi (mixedema, edema reumatico, fleboedema, lipoedema, linfedema), vi è in corso una patologia specifica.

Anatomo-fisiologia del sistema linfatico

Nel nostro corpo sono presenti due grandi sistemi preposti a trasportare il sangue, il sistema arterioso e quello venoso. I due sistemi confluiscono alla periferia, dove si incontrano capillari arteriosi, venosi e interstizio.

Il sangue arterioso giunge attraverso i capillari portando sostanze nutritive ai tessuti, mentre il sistema venoso comincia a raccogliere le sostanze di rifiuto.

L’interstizio è composto da una rete di cellule e fibre ed è il luogo dove scorre il liquido interstiziale, composto da acqua, proteine, sali minerali e cellule di vario tipo tra cui virus e batteri.

Il sistema linfatico è un sistema di drenaggio parallelo al sistema venoso e ha come compito fondamentale quello di drenare i fluidi interstiziali presenti all’interno del tessuto connettivo periferico. Se si ha un aumento di produzione del liquido interstiziale il sistema linfatico provvede a mantenerne l’equilibro.

È proprio quando questo non avviene che si arriva alla condizione definita edema.

I sintomi

Il linfedema genera sintomi caratteristici tra cui il gonfiore cronico degli arti, sensazione di pesantezza, tensione e indolenzimento dellarto interessato.

È una patologia che si manifesta in maniera asimmetrica. Questo significa che colpisce un solo braccio o una sola gamba. Anche nei rari casi in cui può interessare entrambi gli arti, un arto tende ad essere più gonfio dell’altro.

Il gonfiore può rivelarsi di lieve entità oppure presentarsi in maniera grave, al punto da degenerare in alcuni casi in elefantiasi, una malattia caratterizzata da un ispessimento anomalo della pelle e del tessuto connettivo sottostante.

Questi non sono gli unici sintomi che si possono manifestare in un paziente affetto da linfedema.

Gli altri sintomi sono quasi tutti collegati alla pelle. Infatti questa, oltre ad ispessirsi, diventa più fragile e più esposta ad infezioni. Inoltre è facile osservare una variazione del colore, con la cute che appare più lucida e allo stesso tempo scolorita.

In alcuni casi il soggetto interessato, oltre all’appesantimento e la costrizione dell’arto, può percepire tensione e prurito alla pelle.

Per questo il linfedema può essere fastidioso nonostante non sia una patologia dolorosa.

Le cause

Tra le cause di linfedema si possono indicare:

  • La cellulite infettiva: un’infiammazione della cute e del tessuto sottocutaneo, causata da un’infezione batterica
  • Il diabete: caratterizzato da un accumulo di zucchero nel sangue
  • L’erisipela: un’infezione acuta della pelle caratterizzata dal coinvolgimento dei vasi linfatici, in particolare delle gambe, delle braccia e del viso
  • L’obesità: una condizione che presenta grasso corporeo in eccesso
  • La Sindrome di Turner: una sindrome caratterizzata dall’assenza di uno dei due cromosomi X nelle donne
  • La flebotrombosi: conosciuta anche come trombosi venosa profonda, è caratterizzata dall’ostruzione di una vena da parte di un grumo di sangue, senza che la parete si sia infiammata in precedenza
  • Eventuali ustioni: che prevedono lesioni della cute e del tessuto sottostante

Le terapie

Per la cura del linfedema le possibilità terapeutiche sono varie. Tra queste ci sono:

  • Il linfodrenaggio manuale
  • La pressoterapia pneumatica
  • La fisioterapia respiratoria
  • L’idrokinesiterapia
  • La dieta
  • La terapia farmacologica
  • La terapia fisica (ad esempio, l’elettrostimolazione)
  • La microchirurgia derivativa

Nello specifico, la pressoterapia favorisce lo spostamento dei fluidi, portando ad un aumento della velocità del flusso venoso e linfatico. Questo limita i processi di ristagno e di ritenzione, favorendo lo smaltimento della linfa. La conseguente riduzione dell’edema allevia il gonfiore e il dolore collegato.

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